Phallogaster saccatus Morgan (1893)

Etimologia: Phallogaster, dal genere Phallus, dal greco “phallós”= fallo, pene, per l’aspetto del carpoforo, e dal greco “gastér”= ventre, un phallus d’aspetto rigonfio ventricoso, e dal latino “saccatus”= a forma di sacco, per il carpoforo foggiato a sacco.

 

Carpoforo 10-20 mm diametro × 10-30 mm d'altezza, ipogeo, di forma clavato-piriforme, o subglobosa, collegato al substrato con un rudimentale pseudogambo e da cordoncini miceliari ramificati, elastici, biancastro, cavo e ripieno di una gelatina traslucida.
Peridio liscio, poi irregolarmente rugosa-lobata, biancastro, bianco-crema bruno-chiaro con toni rosati, erompente all'apice in 3-4 lobi, infine irregolarmente a forma di stella.
Gleba da giovane verde oliva, divisa in vene e camere gelatinose di colore più scuro, infine a maturità mucillaginosa e deliquescente per favorire la dispersione delle spore.
Odore nel giovane inodore, poi a maturazione sgradevole fetido.
Habitat residui legnosi vari, Conifera e Latifoglia.

Immagine 2

Spore: cilindro-ellissoidali, lisce, (3,94)4,12-4,376-4,77(5,03) × (1,78)1,95-2,062-2,22(2,29)µm, media 4,45 × 2,07µm, Qm0 2,15.
Basidi: 2: cilindrici, con 6-8 corti sterigmi.

Ambiente: Boschi di aghifoglie e latifoglie

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