Fomes fomentarius (L.) J. Kickx f. (1867)

Sinonimi:
Agaricus fomentarius (L.) Lam., Encycl. Méth. Bot. (Paris) 1-1: 50 (1783)
Boletus fomentarius L., Sp. pl. 2: 1176 (1753)
Elfvingia fomentaria (L.) Murrill, Bull. Torrey bot. Club 30(5): 298 (1903)
Elfvingiella fomentaria (L.) Murrill, North. Polyp. (1914)
Placodes fomentarius (L.) Quél., Enchir. fung. (Paris): 171 (1886)
Polyporus fomentarius (L.) Fr., Syst. mycol. (Lundae) 1: 374 (1821)
Scindalma fomentarium (L.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(2) (1898)
Ungulina fomentaria (L.) Pat., Essai Tax. Hyménomyc. (Lons-le-Saunier): 102 (1900)

Etimologia: dal latino “fómes-fómitis”= esca, alimento per il fuoco, perché un tempo la parte posta sotto la crosta del cappello di questo fungo era usata, imbevuta o polverizzata e mescolata con il salnitro (nitrato di potassio) era usata per accendere il fuoco.

 

Basidiocarpo 80-300-400 mm di diametro, × 40-200 mm di spessore, sessile, pluriennale, a forma di zoccolo equino, di consistenza legnosa,
superfice superiore solcata, zonata concentricamente, ricoperta da una crosta dura e spessa, da giovane bruno, bruno-scuro, poi con l’età grigio-brunastra a grigio-chiaro, margine arrotondato, tomentoso, biancastro, poi bruno-chiaro. alla pianta ospite è presente un nucleo miceliare bruno marmorizzato di bianco.
la superfice poroide è ocracea, inbrunente al tocco e con l’età.
Pori piccoli, rotondi, 3-5 per mm.
Tuboli pluristratificati, di spessore 5-6 mm per strato, bruno-ruggine, ricoperti da una pubescenza biancastra.
Contesto è legnoso, fibroso, bruno, bruno-nero con KOH, nel punto di attacco. Habitat Betulla (Betula pendula). È agente di caria biancastra


Note conosciuto fin nell’antichità per i suoi poteri curativi, descritto da Ippocrate, ma conosciuto anche nella preistoria, infatti campioni di questa specie sono stati trovati nella sacca di Ötzi, la mummia trovata nel ghiacciaio Similaun Alpi Venoste, nel 1991, Un'età ragguardevole, in un'epoca, l'inizio dell'età del Rame (3300 - 3100 a.C.). Era utilizzato cautilizzare le piccole ferite, come diuretico, lassativo, tonificante, le emorroidi, i disturbi vescicali, i disturbi gastrici,
Studi effettuati ai nostri tempi, riconoscono a questa specie un’attività antibatterica, antivirale, immunostimolante.

Ambiente: Boschi di latifoglie


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