Clavulina alpina Franchi & Marchetti sp. nov.
Typus: Italia, Lombardia, Val Cedèc, Comune Valfurva (SO), 09.08.2013, prateria alpina 2765 m s.l.m., Leg. Angelo Bincoletto & Giuliano Giacomella, Exs. in AMB

Etimologia: Clavulina, dal latino “Clava”= piccola clava, e “alpina” per la crescita alpina.

Descrizione tratta da, e maggiori informazione (rivista) A.M.B. - RIVISTA DI MICOLOGIA - N.1 - GENNAIO-APRILE 2018:. pag.6 -(pag.3).

Collezioni esaminate e determinate e descritte da Paolo Franchi & Mauro Marchetti

Fruttificazioni coralloidi, densamente ramificate, alte sino a 80 mm e larghe altrettanto, spesso si rinvengono anche più basidiomi appressati insieme.
Tronco basale quasi assente o poco sviluppato, alto fino a 20 mm e largo fino a 15 mm, tozzo, ± cilindrico, singolo o formato da più elementi saldati insieme per la base, che si presenta normalmente sub bulbosa, di colore crema pallido sino a ocraceo nella porzione interrata, mentre sopra appare del colore dei rami.
Rami principali numerosi, larghi fino a 6 mm all’attaccatura del tronco, ramificati più volte, irregolarmente divergenti, arcuati, flessuosi, spesso arruffati e intricati, si assottigliano progressivamente verso l’alto, con sezione rotondeggiante, talora compressi, lisci sino leggermente rugolosi, angolazione dei rami mista (selle sia a U che a V),anche se le sella acute sono più comuni, apici terminanti con 2 (4) piccole puntine acute, tendenti ben presto a smussarsi con la crescita.
Colore dei basidiomi ocraceo, ocra-grigio, anche soffusi di lilla o brunastro-violetto, rivestiti da una sottile pruina grigia chiara facilmente detersile, porzione apicale inizialmente più chiara, ma presto concolore con i rami. Evidenziamo che molto spesso i terminali apicali sono bruni, bruno-nerastri, tutto ciò è dovuto ai fattori climatici estremi, spesso presenti, come le basse temperature e il vento forte. Il fungo rimane immutabile alle contusioni, anche se la pruina asportata dal contatto può evidenziare il colore di fondo più scuro.
Carne biancastra, fibrosa nel tronco, inodore o con odore lieve, erbaceo, insapore. Polvere sporale bianca.
Habitat rinvenuta esclusivamente nella zona alpina delle Alpi Retiche occidentali, in ambiente di prateria alpina fra basse erbe, sul terreno muschioso o fra pietre affioranti, in prossimità anche di salici nani e piante tipiche del corteggio alpino.
Materiale studiato Italia: 09/08/2012 Rifugio Pizzini Val Cedec.

Immagine2

Microscopia: exs. n.1510 - 09/08/2012 VAL CEDÈC PIZZINI HSLM.2765
Spore 2: da ellissoidali a oblunghe, 7,1-11,2×4,9-6,8µm, Lm=9,1µm, 1m=5,8µm, Q=1,4-1,7 Qm=1,6(n=101, due raccolte), con apicolo pronunciato, lungo sino a 1µm, provviste di una grossa oleosa, che appare verdastra se osservata con il microscopio ottico e che può occupare anche l’intero volume sporale, con parete sottile, lisce congofile in rosso congo, iodio-negative, ialine.
Basidi cilindrico-clavati, 50-60 × 7,5-9,0µm, bisporici, con contenuto granuloso oppure con guttule piccole o grandi, di colore verdastro al microscopio ottico; con sterigmi ricurvi verso l’interno e lunghi fino a 10µm, muniti di giunto afibbia basale. Presenti sulla superfice imeniale e nella parte inferiore del basidioma Peli cistiformi più o meno contorti, flessuosi, talora sub capitati, lunghi 50-80× 2-4µm con apice da arrotondato a subacuto, emergenti dalla palizzata imeniale.
Sistema ifale monolitico,formato daife generatrici settate, verso l’esterno subintrecciate e da articoli corti, all’interno sub parallele, larghe 3-8µm, con articoli lunghi sino a 100µm, nella trama presenti depositi cristallini, da piccoli a grandi, polimorfi e rinfrangenti.
Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti.

Ambiente: Prati Alpini oltre la vegetazione


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