Helvella alpestris Boud. (1895)

Sinonimi:
Helvella corium (O. Weberb.) Massee fo. Alpestris (Boud.) J. Favre
Cyathipodia corium (O. Weberb.) Boud. Var. alpestris (Boud.) Boud.

Etimologia: dal latino “Helvella” ogni erbetta riccia usata in cucina, per l'aspetto crespo di questi funghi, e dal latino “alpestris” delle Alpi, alpestre, alpino.

 

Ascocarpo formato da un apotecio stipitato, 10-20 mm di larghezza × 15-20 di altezza, Apotecio cupoliformi o a forma di piccola sella, Imenio liscio, sovente ondulato, nero-opaco, superfice esterna concolore, finemente forforacea, forma una netta vallecola all’attaccatura del gambo.
Gambo cilindrico, costolato, solcato, compresso, nero-opaco, grigio-biancastro alla base, margine forforaceo, finemente denticolato, sovente ondulato, rivolto all’interno, quasi sempre biancastro.
Carne fragile, bianco-grigiastra.
Odore insignificante.
Habitat prateria alpina, terreno umido. Valle di Cedec-(Pizzini) 2700m., Gavia (Rifugio Berni) 2550m.

Immagine 2

Microscopia: exs. n.1207
Aschi: cilindrici, con base pleurorinca, ottosporici, spore uniseriate nell'asco, non amiloidi, 271,36-292,12 x 14,80-15,68 µm.
Ascospore: ellissoidali, con grossa guttula centrale, lisce, 17,09-19,49 x 10,77-12,46µm, Q= 1,44-1,77, media 18,49 x 11,65 µm, Qm= 1,52.
Parafisi: settate, cilindriche, apice claviforme con pigmento di grigio-brunastro, largo (4,18)4,75-5,69-6,88(7,71)µm.
Peli: settati, di forma variabile, incrostati.

Ambiente: Prati Alpini oltre la vegetazione


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