Melanoleuca subalpina (Britzelm.) Brsinscky & Stangl (1976)

Sinonimi:
Agaricus subalpinus Britzelm. 1893

Etimologia: Melanoleuca, dal greco “mélas/mélanos”= nero, e “leucos”= bianco, di colore bianco nerastro, grigio, per il cappello scuro e l'imenio bianco, e subalpina, da “sub”= quasi, poco meno, e da “alpinus”= delle alpi, riferimento alla fascia altitudinale subalpina (da 1400 a 1800m.) ove generalmente si rinvengono queste specie.

 

Cappello 50 100 mm di diametro, convesso, poi spianato, con umbone centrale ottuso, liscio, opaco, biancastro, poi crema-ocraceo, margine sottile.
Lamelle adnate a decorrenti con dentino, bianche poi crema pallido, intercalate da lamellule di varia lunghezza fitte, più alte dello spessore della carne.
Gambo 50-100 mm, cilindrico con base bulbosa, fibrilloso, biancastro, poi giallastro, cavo con l'età.
Carne bianca, biancastra, spessa al centro del cappello, sottile a bordi, fibrosa nel gambo.
Odore debole farinoso aromatico.
Sapore dolce, dopo lunga masticazione lascia in gola un gusto astringente.
Habitat prati e pascoli.

Immagine 2

Microscopia: exs. n.15
Spore: ellissoidali, finemente verrucose amiloidi, 8,30-9,40 x3,80-4,90 µm
Basidi: cilindrici clavati, tetrasporici senza giunti a fibbia, 15-20 x 5-8 µm.
Cheilocistidi: fusiformi, incrostati alla sommità, 30,69-50 x 10,16 12,87 µm.
Pleurocistidi: uguali ai cheilocistidi, rari.
Pileipellis: formata d'ife irregolari aggroviglisate senza giunti a fibbia, 1,5-7,65 µm.
Caulocistidi: fusiformi, simili ai cheilo, sensa incrostazioni.

 

Ambiente: Prati e pascoli


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