Cortinarius favrexilis Bon (1992)

Sinonimi:
Cortinarius glandicolor var. exilis J. Favre 1955

Etimologia: dal latino “cortinarius”= attinente alle cortine, per i caratteristici residui del velo parziale, da favre, dedica al botanico e micologo svizzero Jules Favre (1882-1959), e da “exilis”= esile, piccolo, gracile.

 

Cappello 10-20 mm di diametro, conico, subemisferico, poi convesso, sovente papillato, igrofano, fibrilloso, bruno-scuro a bruno-nerastro con tempo umido, giallastro-brunastro a tempo secco, ricoperto da un tomento sericeo bianco, margine chiaro, leggermente striato per trasparenza, eccedente, appendicolato per la presenza di residui di cortina bianca, poi giallastra.
Lamelle adnate arrotondate al gambo, spaziate, larghe, ventricose, intercalate da lamellule, ocra-bruno-carico, poi bruno-cannella, filo lamellare concolore.
Gambo 15-30 mm, cilindrico, con base claviforme, pieno, poi cavo, bruno-pallido, bruno, ricoperto da una fibrillosità-sericea biancastra, anello membranoso biancastro, ± fugace, sotto a zone irregolari biancastre areanose.
Carne esigua, brunastra.
Odore leggermente di pelargonio.
Habitat microselva alpina Salici nani e Dryas. Gavia passo 2650m.

Microscopia: exs. n.1072
Spore: ovoidi-ellissoidali, finemente verrucose, 9,15-10,39 x 5,48-6,63 µm.
Pileipellis: ife incrosate, giunti a fibbia presenti.

Ambiente: Prati Alpini oltre la vegetazione


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